Macron porta alla Merkel il voto della rabbia francese
- di Costanza Moscaritolo
- in Esteri
- — Mag 18, 2017
Un Macron più entusiasta e una Merkel più guardinga sulla sostanza si sono presentati alla stampa nel tardo pomeriggio al termine del loro primo incontro. O almeno i muri. I due leader si sono incontrati a Berlino e per la prima volta, dopo le elezioni presidenziali transalpine, che hanno portato Macron all'Esliseo.
Rafforzare l'asse franco-tedesco e rifondare l'Europa. "Non ha soldi freschi e quello di cui abbiamo bisogno sono soldi freschi, servono investimenti per il futuro dell'Europa". "Se serve" si farà, è la linea comune che viene illustrata al termine del vertice nella capitale tedesca. Macron non dimentica "la rabbia, l'inquietudine, l'insoddisfazione" emersi in campagna elettorale e che quasi hanno portato all'Eliseo Marine Le Pen e parla di un approccio "pragmatico" che mostri risultati, soprattutto contro la "disoccupazione di massa". Modificare i Trattati, gli fa eco Macron, "non e' piu' un tabu". "Il piano Juncker - afferma Macron - non ha soldi freschi".
Dalla terrazza della cancelleria i due hanno salutato una piccola folla di giovani che hanno riservato a Macron un benvenuto finora tributato solo a Barack Obama. A scansare ogni equivoco ci pensa lo stesso presidente francese: "Non ho mai proposto i cosiddetti eurobond, non sono per la condivisione a livello comunitario del debito contratto in passato". Inoltre è necessaria, ha aggiunto, una "nuova dinamica" per l'Europa e l'Eurozona.
"Sono qui a Berlino, felice di rappresentare la Francia, ma ho un compito difficile: quello di risolvere i dubbi dei nostri cittadini". Non dobbiamo duplicare il piano di Juncker. I socialdemocratici tedeschi dell'Spd condividono, invece, l'idea di Macron per la riforma del bilancio comune e per l'individuazione di meccanismi di supporto, a proposito di investimenti strutturali.
"Con Macron consigliere finanziario e poi ministro dell'Economia di François Hollande, il dialogo è stato costante, in questi ultimi cinque anni", ricorda La Repubblica, "e il piano di rafforzare l'Eurozona con un fondo e un ministro delle Finanze unico risale persino al 2012: sin da allora, ha rivelato oggi la Reuters, esiste un piano per il rilancio europeo che rimbalza tra Parigi e Berlino ed è sempre stato rinviato per altre emergenze".