Migranti e allarme tubercolosi in Italia: la situazione
- di Gigliola Casassa
- in Salute
- — Sett 13, 2018
Ai deliri razzisti di Salvini che affema che i migranti stanno tornando a diffondere la tubercolosi, affermazione criminale fatta sulla base di una segnalazione del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, in merito alla fuga di un immigrato malato da una struttura di accoglienza profughi a Sandrigo, ha risposto Maurizio Marceca, presidente della società italiana di medicina delle migrazioni, che ha affermato: "in Italia non abbiamo alcun allarme legato alla tubercolosi". Quanti casi come questo?
"La tubercolosi - ha scritto - è tornata a diffondersi, gli italiani pagano i costi sociali e sanitari di anni di disastri e di invasioni senza regole e senza controlli". Dopo la smentita dei medici, è arrivata anche la rassicurazione della Prefettura: "Non c'è nulla da temere". Insomma, nessun allarme tubercolosi: "La popolazione deve sapere che non c'è allarme e che abbiamo tutti gli strumenti per governare il fenomeno". La notizia della fuga, riportata tra gli altri da Il Gazzetino, è stata commentata con relativa cautela da Ciambetti: "abbiamo una ulteriore riprova [che] la cittadinanza è chiamata a pagare i costi non solo economici ma anche sociali e sanitari di politiche scellerate", ha dichiarato. "Bisogna trattare questo tipo di tematiche - ha continuato - con molto senso di responsabilità, perché quando si parla di tbc si rischia di creare allarme, anche laddove un allarme non esiste. Abbiamo a disposizioni strumenti scientifici come le Linee guida dell'Istituto superiore di sanità per il controllo delle tubercolosi tra gli immigrati in Italia, pubblicate nel 2018, e abbiamo un Servizio sanitario nazionale capace". Intervistato da Radio Vaticana assicura: "Noi non assistiamo in questo momento ad un aumento dei casi, almeno in Italia, di tubercolosi". Inoltre, Cauda spiega che il "problema è estremamente complesso e non può essere attribuito ad un unico fattore".
"Sono preoccupato - conclude Ciambetti - e mi riferisco anche al passaggio dai 16 casi registrati nel 2015 ai 40 già individuati quest'anno, registrato nella provincia di Vicenza, dato che non va sottovalutato ma nemmeno enfatizzato. Il protocollo è stato rispettato come da normativa", ha detto il viceprefetto vicario di Vicenza Lucio Parente riferendosi al migrante che si è allontanato da Sandrigo. Lo straniero era ospite dall'ex hotel Virginia, una struttura di accoglienza che ospita un numero di immigrati compreso tra le 30 e le 40 unità. La trasmissione del batterio della tubercolosi, Mycobacterium tuberculosis, avviene infatti per via aerea, tramite saliva, con un colpo di tosse o uno starnuto.